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Massacro. Teatro Senza Difese @GNAM

14 gennaio 2017 | h. 19.00 Massacro. Teatro senza difese Dove si costruisce lo spazio, il tempo e il corpo comune. E si cerca un accord...

NELLA TEMPESTA DI SHAKESPEARE




NELLA TEMPESTA DI SHAKESPEARE

[2011]


Il lavoro che presentiamo è la tappa di un percorso di ricerca e sperimentazione sugli elementi fondamentali del dispositivo teatrale.
La nostra attività si basa su tecniche ed esercizi di laboratorio che impegnano tutto il gruppo in un gioco di creazione e costruzione collettiva della messinscena
L’esercizio fisico che si costruisce è al centro della nostra attività di laboratorio e prende corpo nel confronto libero e creativo con tutti gli elementi della scena teatrale.

Il tema dello spazio

Siamo partiti da uno studio sullo spazio scenico lavorando creativamente sulla relazione con esso, sui modi e le forme possibili della sua occupazione. Il lavoro ci ha visti impegnati a vivere e frequentare creativamente lo spazio a nostra disposizione. Abbiamo ben presto scoperto che uno spazio vuoto non esiste e che la sola presenza in esso vale a generare ambienti ricchi di senso e significato. 
Muoversi o restare fermi, correre o camminare lentamente, orientare o dirigere lo sguardo, azioni sicuramente semplici ma che vissute ed espresse nella relazione consapevole con lo spazio che ci comprende sono già in grado di segnare linee, piani, definire luoghi, circostanze, possibili vicende. 
Vivere lo spazio in questo modo permette di sperimentare infinite opportunità di relazione ognuna delle quali è capace di esprimere senso e costruire significato. E’ quasi come attraversare la soglia di un ambiente non ancora conosciuto, tracciare le linee di nuovi percorsi, sviluppare i piani di geometrie possibili. Come in un gioco di specchi le prospettive si moltiplicano stringendo il gesto nella sua coerenza e costruendo la necessità del movimento. 


Il tema del corpo

Nel flusso di azioni che si susseguono si edifica la presenza del corpo come processo continuo di costruzione di gesti e movimenti. Nel farsi e disfarsi dell’azione, nel precipitare di un atto nell’altro il corpo mostra le figure possibili della sua esistenza.
Anche qui la ricerca inizialmente ci ha visti impegnati nel confronto col nostro proprio corpo sempre attraverso esercizi molto concreti. Abbiamo sperimentato i movimenti possibili, le articolazioni dei suoi singoli segmenti, le leve e i suoi pesi che rendono possibile il moto, il lavoro necessario per la sua immobilità. Abbiamo costruito il gesto rintracciando gradualmente il suo sviluppo dalla radice che lo origina all’atto che lo esprime, dalla motivazione che richiede all’emozione che suscita. 


Dal corpo la parola

Indagando la peculiarità della relazione del corpo con lo spazio e con gli altri, abbiamo costruito la parola come gesto verbale, proposta nei suoi elementi più fisici e corporei, come atto espressivo essenziale. Il suo suono, il rumore della parola che scuote il corpo, la forza che questo le imprime, la tensione che segna le membra, compongono tra pause, respiri, gesti e silenzi la partitura di una lingua possibile.
Costruendo la parola attraverso la sua dimensione spaziale, per esempio scegliendo la direzione verso cui è diretta, quella temporale, per esempio decidendo la durata della sua pronuncia, abbiamo sperimentato la forza della sua corporeità ritrovando toni, accenti espressivi, volumi che riportano l’esperienza diretta del corpo e non un suo simulacro, un suo modello al quale uniformarsi.
Lanciare parole a diverse distanze, vicino o lontano, dirigerle di fronte, alle nostre spalle o in un luogo della memoria, dirle rapidamente o costruirle con assoluta lentezza, farle durare poco o a lungo vuol dire sollecitare il corpo in una partitura di gesti, in una sorta di ginnastica anche interiore capace di dare senso e proporre significati.
È da questo lavoro di autonoma sperimentazione , di edificazione di un corpo proprio che si trae la parola come gesto verbale corporeo.


Il testo

La sintesi di questo percorso ci è sembrato che fosse il confronto col testo e la possibilità della sua rappresentazione. 
Ci siamo rivolti alla Tempesta di Shakespeare trovando in essa un intreccio di temi e di elementi espressivi che abbiamo riconosciuto vicino al nostro lavoro.